Sapevo di sognare. La salita era ripida, il sentiero appena tracciato tra le erbe andava su con brusche curve, ogni tanto rabbuiandosi tra le acacie che si sporgevano a grappoli, a ombrello. Tutto pareva felice intorno, in un ordine e silenzio ...
Fillus de anima. È così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra. Di quel secondo parto era figlia Maria Listru, frutto tardivo dell’anima di Bonaria Urrai. Quando la vecchia si era ...
Se sono matto, per me va benissimo, pensò Moses Herzog. C’era della gente che pensava fosse un po’ tocco, e per qualche tempo anche lui l’aveva dubitato. Ma adesso, benché continuasse a comportarsi in maniera leggermente stramba, si sentiva ...
Ecco fatto. Ho voluto ricopiare qui in questo mio giornalino il foglietto del calendario d’oggi che segna l’entrata delle truppe italiane in Roma e che è anche il giorno che son nato io come ci ho scritto sotto perché gli amici che vengono in casa ...
Lunedì 13 settembre. Les Salines È uno scenario piuttosto straordinario quest’abbozzo di città abbandonata ai bordi di un villaggio e al margine dei secoli. Ho percorso una metà dell’emiciclo, o salito la gradinata del padiglione centrale, e per ...
Per quarantadue anni Lewis e Benjamin Jones dormirono l’uno accanto all’altro nel letto dei genitori, nella loro fattoria chiamata «La Visione». Il letto, a colonne di quercia, era venuto dalla casa della madre a Bryn-Draenog, quando si era ...
Sono nato alla fine di agosto del 1913 come creatura umana di sesso maschile. Non so la data precisa. Aspettarono qualche giorno per vedere se sarei sopravvissuto e solo allora mi registrarono all’anagrafe. Lo facevano con tutti. I lavori estivi ...
Levandosi in alto, su su, salirono in cielo e volarono. Da ovest e oltre l’ovest, controvento e col vento, sorpassarono innumerevoli lune e soli. Una rise e, brevemente, portò tra i capelli un diadema di gocce di pioggia iridate. Poi diede ...
In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong. A un centocinquanta chilometri più a nord su quegli altipiani passava l’equatore; eravamo a milleottocento metri sul livello del mare. Di giorno si sentiva di essere in alto, vicino al ...
Alle otto di sera l’aeroporto di Baltimora era praticamente deserto. I larghi corridoi grigi erano vuoti, le edicole buie, i bar chiusi. Avevano già chiamato i passeggeri all’imbarco per gli ultimi voli. Gli schermi erano spenti e le file di ...
Il fiume era un corso d’acqua pigro e non molto lungo, che nasceva dalla palude, proprio dove cominciava la grande pianura. Di lì si potevano vedere varie catene di monti più o meno azzurri, che spuntavano dietro la linea dei colli, i quali erano di ...
La mattina del 25 luglio 1843 si annunciò sotto un cielo sgombro della più piccola nuvola, con una luce smorta che ammazzava i colori e un’aria densa del pesante odore dell’acqua morta di lago quando è ferma, misto di muschi e pesci morti. Da un ...
Si chiama Mackenzie, ma io lo chiamo Mackie, mi piace di più. Lo amo e credo che anche lui mi ami. Ma a quindici anni non si parla ancora d’amore. Ecco cosa ci dicemmo l’ultimo giorno in cui ci siamo visti: «Ti mancherò, Mackie?» «Certo che ...
Per coloro che non conoscono Firenze, o la conoscono poco, alla sfuggita e di passaggio, dirò com’ella sia una città molto graziosa e bella circondata strettamente da colline armoniosissime. Questo strettamente non ci lasci supporre che il povero ...
Nella seconda metà degli anni Sessanta mi recavo di frequente, in parte per motivi di studio, in parte per altre ragioni a me stesso non ben chiare, dall’Inghilterra al Belgio, a volte solo per un giorno o due, a volte per parecchie settimane. Durante ...
Senza togliere la mano dalla manopola sinistra vedo dal mio orologio che sono le otto e mezza. Il vento, anche a cento all’ora è caldo e umido. Chissà come sarà nel pomeriggio, se già alle otto e mezza c’è tanta afa. Nel vento ci sono gli odori ...
Ogni pomeriggio, quando la città oltre le scure persiane verdi cominciava ad animarsi, Colin e Mary si svegliavano al metodico picchiettio degli arnesi d’acciaio contro le chiatte di ferro ormeggiate accanto al bar galleggiante del loro albergo. Al ...
Di notte, nel mio letto, guardavo lo spettacolo delle api che si insinuavano nelle fessure delle pareti e volteggiavano nella camera con quel loro ronzio acuto da elica che vibrava sulla mia pelle. Osservavo le ali brillare come pulviscolo di cromo nel ...
La mia madrina abitava una bella casa nella linda e antica città di Bretton. La famiglia del marito vi risiedeva da molte generazioni e portava, anzi, il nome stesso del paese: Bretton di Bretton; se ciò fosse per una coincidenza o perché qualche ...
Il mio più lontano ricordo Il mio più lontano ricordo è intinto di rosso. In braccio a una ragazza esco da una porta, davanti a me il pavimento è rosso e sulla sinistra scende una scala pure rossa. Di fronte a noi, sul nostro stesso piano, si apre ...
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