Dopo una giornata di lavoro chiuso nel suo studio, uno scrittore terrorizzato dalla vita e perso in se stesso attraversa la città nel tentativo goffo e confuso di riappropriarsi del rapporto con il mondo e con la gente. Immagini reali e fantastiche si mescolano all’ansia (che è un continuo alternarsi di paura e desiderio) della solitudine, del silenzio e della perdita del nome e del linguaggio. Una scrittura fatta di piccole fotografie come tanti simboli di una vita smarrita, alla perpetua ricerca delle storie degli altri. Un cammeo.
— Attenzione! L'edizione citata non rappresenta nè un consiglio nè una segnalazione. È semplicemente l'edizione su cui ci si è basati per redigere la presente recensione. —