È ormai vecchio, il sergente Mario. Così tanto gli si è accumulato sulle sue spalle e gli ha scavato dentro. Sulle sue montagne, ora, guarda la neve dell’inverno scendere e coprire ogni cosa. Ma arriva come una primavera per i ricordi: le fredde giornate dell’infanzia, tra voli sugli sci e letture accanto alla stufa; i gelidi giorni in Russia, con la paura del gelo e dei nemici; la cura dei preparativi per le nevicate del dopoguerra. Un libro di memorie, di malinconia, di vita, di natura. Il racconto dell’inverno. |
Non so perché, ma la scrittura di Mario Rigoni somiglia sempre al passo di un uomo di montagna…così scabro, così essenziale, senza fronzoli, ben appoggiato sulla roccia, come una parola scambiata tra amici dopo un lungo silenzio. Utile per ribadire un concetto piuttosto che per esprimerlo, perché tanto le cose stanno così e non diversamente…Mario è un fuoco di legna, è una luce che illumina la finestra della cucina, nella casa là in fondo alla valle.