Il potente Kublai Kan ascolta sempre volentieri Marco Polo quando, al ritorno dai suoi viaggi, racconta le meraviglie viste: città dagli esotici nomi di donna, costruite nelle più svariate fogge, fondate su incredibili commerci, intessute sui fili colorati delle relazioni, edificate su cumuli di spazzatura o su sottili colonne… Un viaggio all’interno della mente umana attraverso le mille sfaccettature urbane, un canto d’amore alle città, malinconico e multiforme, fatto di piccole istantanee della viva molteplicità delle genti. Imprescindibile.
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