La nebbia gli turbinava lenta attorno, come spinta dal proprio peso, perché, naturalmente, non c’era vento. Ondeggiava in cerchi e in intrichi velenosi, si alzava e si abbassava; non si vedevano né le luci dei lampioni né quelle delle macchine, anche se qua e là qualche incerta vetrina allungava una tenue striscia in quella specie di cortina in perenne movimento.
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