Per i ragazzi dei bassifondi di Roma negli anni ’50 non c’è vita, ma solo miseria. Dormire in accampamenti di fortuna, rubare, giocare d’azzardo, scappare dalla polizia o venire arrestati, prostituirsi per pochi spiccioli da convertire subito in alcol e divertimenti: questa la vita del Riccetto e dei suoi compagni. Il romanesco di Pasolini sa amalgamare la violenza, la corruzione, lo squallore e l’indifferenza con il lerciume della povertà e il sudiciume morale. Romanzo emblema del dopoguerra.
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