Il Natale è sempre un periodo di riflessioni: si tirano le somme, si pensa al prossimo, ci si rivolge al futuro. Non così per Brodskij che dal 1962 al 1995 compone 18 poesie per altrettanti Natali: dapprima a prevalere sono la solitudine e una «malinconia indicibile», una sfiducia verso la terra e le persone e tanta stanchezza. Poi però la magia del presepe e la luce della speranza si fanno spazio ad illuminare splendidi versi. Una raccolta che sa di vita, di amarezza, di mistero e di neve. Forte e delicato.