Non c’è cattiveria nella violenza, non c’è malizia nella crudeltà, non c’è astio nel dolore. Nel mondo creato da Agota Kristof, sospeso nel tempo e nello spazio, non c’è posto per il patetismo, per la consolazione o per la pietà: ognuno vive gli affanni in uno stato di smarrimento di sé e di scollamento dal contesto, incapace di capire la propria miseria. Venticinque racconti brevissimi – due o tre facciate ciascuno – che illuminano per un momento esistenze in rovina ad un passo dal nulla, con una scrittura asciutta, dura, diretta. Magistrale.