Ora Mikage è completamente sola: ha perso infine anche la nonna che l’ha cresciuta. Nell’abisso del dolore, compare inaspettata la mano di Yūichi, che le offre una casa, una famiglia – per quanto inusuale –, affetto e speranza. Una storia di dolore, di ricerca, di lotta con la morte. Una scrittura sperimentale che vorrebbe trasporre in narrativa il linguaggio del manga giapponese ma che tratta temi difficili in modo superficiale, tratteggiando personaggi altrimenti affascinanti e risultando spesso banale e artificiosa. Inconsistente. |