Nella Giamaica postcoloniale la piccola Antoinette, figlia creola di un possidente bianco, assiste al disfacimento della sua famiglia: la morte del padre, la perdita delle sostanze, la cieca furia razziale, la follia materna. Neanche il matrimonio con un giovane inglese può salvarla dal suo destino di sofferenza e odio. Un ambiente opprimente e crudele, una vita di incomprensioni e vuoti incolmabili narrati con maestria in uno stile teso e crudo. Memorabile.
Nota: consigliatissimo a chi ha amato Jane Eyre di Charlotte Brontë
— Attenzione! L'edizione citata non rappresenta nè un consiglio nè una segnalazione. È semplicemente l'edizione su cui ci si è basati per redigere la presente recensione. —