«Ci opponiamo allo Stato di emergenza e a tutte le sue pratiche antidemocratiche. Vogliamo che ci sia riconosciuto il nostro diritto alla libertà di pensiero e di espressione. Il lavoro di un editore è diffondere idee e sogni; vogliamo fare il nostro lavoro liberi da ogni forma di oppressione, minaccia o pericolo». Così scrive la casa editrice turca Evrensel in una lettera all’IPA (International Publisher Association), chiedendo aiuto per l’ennesimo atto di repressione della libertà di stampa del presidente Erdogan, che in quattro mesi ha chiuso già trenta case editrici.