Io venni educato sulla base di tre lingue morte – l’ebraico, l’aramaico e lo yiddish (che alcuni non considerano affatto una lingua) – e di una cultura che si sviluppò a Babilonia: il Talmùd. La cheder dove studiavo era un locale in cui il maestro mangiava e dormiva e sua moglie faceva cucina. Là io non studiavo l’aritmetica, la geografia, la fisica, la chimica o la storia, ma le leggi che stabiliscono come ci si deve comportare con un uovo deposto durante un giorno festivo, e sacrifici celebrati in un tempio distrutto duemila anni or sono.