Incipit

OLIVER TWIST

C. Dickens

Tra gli altri edifici di una certa cittadina, che per diverse ragioni sarà per me prudente astenermi dal menzionare e alla quale neanche assegnerò un nome fittizio, ve n’è uno familiare un tempo alla maggior parte delle città, grandi o piccole che fossero, e cioè un ospizio di mendicità. E in questo ospizio, in un certo giorno, mese e anno che non devo darmi la pena di precisare giacché il conoscerli non potrà riuscire di nessuna utilità al lettore – per lo meno allo stato attuale delle cose – nacque l’articolo di mortalità il cui nome compare nel titolo di questo capitolo.


(Traduzione: Mario Martino)

Per acquistare questo libro:

Trova una libreria

Per acquistare questo libro:

Trova una libreria


Potrebbero interessarti:
J. D’Ormesson

A DIO PIACENDO

Sono nato in un mondo che guardava indietro. Dove il passato contava più del futuro. Mio nonno era un bel vecchio, dritto come un fuso, che viveva nel ricordo. Sua madre aveva ballato alle Tuileries con il duca di Nemours, con il principe di Joinville, ...
R. Doyle

UNA STELLA DI NOME HENRY

Mia madre alzò gli occhi a guardare le stelle. Ce n’erano tante lassù. Le tremava leggermente la mano mentre ne sceglieva una. Puntò un dito. «Eccolo là, il mio piccolo Henry. Guarda, è lassù.» Io guardai; ero l’altro suo piccolo Henry, ...
J. K. Stefánsson

CREPITIO DI STELLE

Abito in un condominio che si trova nella città di Reykjavík ed è l'ultimo di quattro palazzi tutti uguali. Il mio appartamento è quello del primo piano a sinistra, al numero 54, tre stanze più uno stanzino senza finestra, un balcone e una cantina. ...
A. Ernaux

MEMORIA DI RAGAZZA

Ci sono esseri che sono sommersi dalla realtà degli altri, dal loro modo di parlare, accavallare le gambe, accendere una sigaretta. Invischiati nella presenza degli altri. Un giorno, o piuttosto una notte, sono trascinati nel desiderio e nella volontà ...
A. Nothomb

STUPORE E TREMORI

Il signor Haneda era il capo del signor Omochi, che era il capo del signor Saito, che era il capo della signorina Mori, che era il mio capo. E io non ero il capo di nessuno. Si potrebbe dire diversamente. Io ero agli ordini della signorina Mori, che era ...
S. Natsume

IO SONO UN GATTO

Io sono un gatto. Un nome ancora non ce l’ho. Dove sono nato? Non ne ho la più vaga idea. Ricordo soltanto che miagolavo disperatamente in un posto umido e oscuro. È lì che per la prima volta ho visto un essere umano. Si trattava di uno degli ...