Il sole inondava la pianura. Era un autunno particolarmente clemente: l’erba era ancora d’un verde vivido e ondeggiava contro le mura della città come un mare in bonaccia.
Sul terrazzo in cima alla torre, Nihal si godeva il vento mattutino. Era il posto più elevato di tutta Salazar: da lì si godeva la vista migliore sulla piana, che si srotolava per leghe e leghe a perdita d’occhio.
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