La mattina del 25 luglio 1843 si annunciò sotto un cielo sgombro della più piccola nuvola, con una luce smorta che ammazzava i colori e un’aria densa del pesante odore dell’acqua morta di lago quando è ferma, misto di muschi e pesci morti. Da un paio di giorni, in verità, non si levava la pur minima aria, né al mattino, quando i tivanelli esaurivano la loro breve vita prima del sorgere del sole, né alla sera, quando i montivi scendendo dalle valli, ridavano vita alle verzure.
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