Andavano e andando cantavano eterna memoria. Nelle pause, sembrava fossero i piedi, i cavalli, gli aliti di vento a continuare il canto intonato.
I passanti facevano largo al corteo, contavano le corone, si segnavano. I curiosi, entrando tra le file, chiedevano: “Di chi è il funerale?” La risposta era: “Živago.” “Ah! Allora si capisce.” “Ma non lui. Lei.” “È lo stesso. Regno dei cieli. Funerali di lusso.”