Se sono matto, per me va benissimo, pensò Moses Herzog.
C’era della gente che pensava fosse un po’ tocco, e per qualche tempo anche lui l’aveva dubitato. Ma adesso, benché continuasse a comportarsi in maniera leggermente stramba, si sentiva pieno di fiducia, allegro, lucido e forte. Era vittima di un incantesimo, e scriveva lettere a chiunque gli venisse in mente. Era talmente esaltato da quella corrispondenza che dalla fine di giugno, dovunque andasse, si trascinava dietro una valigia piena di carte.
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