Fermo davanti alla porta della prigione di Tegel, era libero. Ancora ieri insieme agli altri aveva raccolto patate nei campi dietro il penitenziario, vestito da forzato, ora se ne andava attorno con un soprabito giallo, leggero, gli altri stavano ancora dietro a raccogliere le patate, lui era libero. Lasciava i tram passargli dinanzi uno dopo l’altro e lui teneva poggiata la schiena alla parete rossa e non si muoveva.
(Traduzione: Alberto Spaini)
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