Vanamente bruciano libri, e quando quei libri hanno registrato qualche cosa che vale, si sente solo la risata silenziosa dei libri bruciati, perché un libro come si deve rimanda sempre altrove e fuori.
Una biblioteca – così come una libreria – può affascinare e ammaliare il giovane lettore con le sue mille e mille proposte, da quelle più sfavillanti a quelle capaci di corrispondere con il suo Io segreto; può sedurlo strizzando l’occhio a lui ...
Si potrebbe definire la biblioterapia un tentativo di vaccinazione al male di vivere. Ci curiamo inoculando delle dosi controllare di situazioni e possibilità.
Il romanzo, come il teatro o il cinema, a cui talora li ruba, ma più spesso li regala, possiede il suo alfabeto di ruoli, esaustivo di tutte o quasi le varietà della psicologia e della pratica umana.
Quelli del mio mestiere [gli scrittori], noi siamo come il tasso o la talpa. Lavoriamo da soli nell’oscurità, guidati da minuscole candele che non condividiamo, sudando per dare alla luce pianeti di sostituzione dove accadono le cose che non accadono.
La letteratura è uno strumento critico che può aiutare a svelare le verità, a smascherarle. La fantasia narrativa può aiutare a riflettere e capire la realtà che ci circonda.