Leggere è davvero un atto di antropofagia!
La cultura non è una proprietà privata. Tu non sei proprietario dei testi che t’incantano. Il loro destino è quello di viaggiare.
Pochi oggetti risvegliano quanto il libro il sentimento ti assoluta proprietà.
Quando una persona cara ci dà un libro da leggere, la prima cosa che facciamo è cercarla fra le righe, cercare i suoi gusti, i motivi che l’hanno spinta a piazzarci quel libro in mano, i segni di una fraternità. Poi il testo ci prende e dimentichiamo chi in esso ci ha immersi: tutta la forza di un’opera consiste proprio nel saper spazzar via anche questa contingenza!
Appena un libro finisce nelle nostre mani, è nostro, proprio come dicono i bambini: “È il mio libro” … parte integrante di me stesso. È forse questa la ragione per cui così difficilmente restituiamo i libri che ci vengono prestati. Non esattamente un furto… (no, no, non siamo dei ladri, no…), diciamo, un passaggio di proprietà, o meglio, un trasferimento di sostanza: quel che era dell’altro sotto i suoi occhi diventa mio mentre il mio occhio lo mangia. E se quel che ho letto mi è piaciuto, parola mia, ho qualche difficoltà a “restituirlo”.