Perché, di fronte alla lettura, non soltanto i cittadini non sono uguali, uomini e donne non più divisi, ma l’individuo stesso non reagisce in modo identico. Il libro può essere saporito o indigesto, il lettore sazio o affamato. Il suo appetito varia in funzione del suo temperamento, ma anche delle stagioni, delle circostanze, dei luoghi, della compagnia, della pace, del rumore, della carenza, dell’abbondanza, dell’amore, dell’odio. Egli segue i moti dell’umore e del cuore, le fluttuazioni del morale e del fisico.
Il lettore in apnea è imprevedibile: un bacetto sul collo può farlo saltare fino al soffitto. È un asociale, solitario, una sorta di autistico. Provatevi a impedirgli di finire il paragrafo. La persona più affabile va in bestia. Fino a quando un lettore non ha posato il libro di sua spontanea volontà, è un essere potenzialmente pericoloso.