Io leggo soprattutto per imparare. Per imparare la vita, per imparare come comportarmi, per educarmi, per essere meno aggressivo, per essere più pacifico. Visto che anche scrivo, leggo per imparare a scrivere. Naturalmente, come disse Borges, “vado più fiero di quello che ho letto che di quello che ho scritto”. Leggo soprattutto la notte, quanto tornano fantasmi, tornano rimorsi, tornano storie a graffiarmi, se non a scorticarmi. Quindi mi immergo in quel mondo lì anche per dimenticare che ci sono. Per imparare a vivere, per imparare a scrivere, per imparare a dimenticare. Insomma, leggere è una garza per me, una benda che mi fascia e che mi protegge le botte, gli ematomi e anche le ferite sanguinanti. Leggere è la mia farmacia.
Spesso sento boss di famosissime case editrici, che conosco e con alcuni sono anche amico, che mi dicono che bisogna creare più lettori. Ma il lettore non lo crei da adulto, lo crei da bambino, e non a scopo di lucro ma a scopo di salvamento.