1972
Sulle rive del possente fiume Columbia, nella gelida stagione in cui ogni respiro è visibile, il frutteto Belye Nochi versava in uno stato di quiete. I meli dormienti, con le radici robuste e contorte ben conficcate nel freddo terreno fertile, si estendevano a perdita d'occhio. Con il crollo delle temperature, la terra e il cielo perdevano i loro colori e, in quel panorama imbiancato, sopraggiungeva una specie di cecità invernale: i giorni erano indistinguibili l'uno dall'altro. Tutto raggelava, diventava fragile.
(Traduzione: Maria Grazia Bosetti)
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