Nessuno venne ad aprire la porta.
Proska bussò di nuovo, più forte, più deciso, con il fiato sospeso. Attese, chinò il capo e guardò la lettera che teneva in mano. Nella toppa c’era una chiave; in casa doveva esserci qualcuno. Eppure non apriva.
Si staccò lento dalla porta e azzardò uno sguardo dentro la finestra mezzo oscurata. Il sole gli picchiava mica male sulla nuca, ma non gli importava.
(Traduzione: Riccardo Cravero)
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