È un Dante inedito e intimo quello che ci viene presentato in questo romanzo, un Sommo Poeta che scende dall’Olimpo e si incarna uomo, con tutti i difetti e le asperità del cuore umano. Nelle pagine di Santagata impariamo a conoscere un Dante malato di epilessia che scambia per visioni ultraterrene, un genio delle parole vanitoso e meschino, pronto a trovare giustificazioni per ogni sua scelta. Lo stile che ripercorre i dubbi e le speranze del cantore di Beatrice è altalenante tra l’introspezione e la saggistica. Particolare.