È l’estate del 1980 quando la quindicenne inglese Zana parte per lo Yemen, Paese d’origine paterno, per una vacanza di poche settimane. Rimarrà lì per otto anni. Venduta segretamente come moglie, è costretta a vivere tra le montagne in un villaggio arretrato, ad avere rapporti tutte le notti, a lavorare senza sosta, altrimenti sono botte. È un inferno, una prigionia da cui è impossibile fuggire, una ragnatela di menzogne e asettica burocrazia. Una testimonianza amara, irosa, ferita per una vicenda dolorosa che accende un faro sulla compravendita delle spose bambine e sulla sottomissione femminile. Angosciante.