Eravamo in classe, quando entrò il Rettore, seguito da un nuovo alunno e da un bidello che reggeva un banco. Quelli che dormivano si destarono, e tutti si levarono in piedi, come sorpresi in piena attività. Il Rettore ci fece cenno di sederci; poi, rivolgendosi all’insegnante: «Signor Roger», gli disse sottovoce, «ecco un alunno che entra in quinta: glielo raccomando. Se il suo lavoro e la sua condotta saranno meritori, passerà tra i grandi, come s’addice alla sua età.»
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