La chiamiamo letteratura per ragazzi, ma è un’etichetta che non ha senso. Bamboleggia assai meno di quella per adulti, non racconta storie edificanti, se è autentica, e mette in burla la società con molta più ferocia. Si prende gioco del potente e del prepotente, e in definitiva restituisce al più debole quello che la vita non gli concede mai.