O. WILDE, L’importanza di chiamarsi Ernesto
 | Un ritratto cinico e sprezzante ma anche comico e affettuoso dell’alta società inglese di fine Ottocento: l’orfano Jack Worthing finge di chiamarsi Ernest per conquistare la bella Gwendolen, convinta di poter amare solo un uomo di nome Ernest. Nel frattempo Algernon Moncrieff si fa passare per un altro Ernest con la giovane Cecily, pupilla di Jack. Una commedia degli equivoci, “frivola per gente seria”, costruita con andamento aforistico, spassosa e brillante, che riesce a mettere a nudo la superficialità e l’ossessione per l’apparenza di un’intera epoca. Geniale. |
Editore: BUR
Anno: 2004
Pagine: 114
Traduzione: Luigi Lunari
— Attenzione! L’edizione citata non rappresenta né un consiglio né una segnalazione. È semplicemente l’edizione su cui ci si è basati per redigere la presente recensione. —
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