Questa è la storia di come ho tradito mia moglie e non ne sono affatto pentito. Se lo merita. Non perché anche lei mi tradisca: so bene che non mi tradirà mai. Però fa qualcosa di peggio, qualcosa che risulta a me assolutamente intollerabile: appena ha fatto l’amore con me, corre a raccontarlo al suo analista. È come se io non facessi l’amore con lei, ma con lui, o come se lei lo facesse con lui, non con me.
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Gli umani sono assai difficili da comprendere, ma quando l’umano in questione è tua moglie il disagio diventa drammatico. Anni di analisi, pagata dal marito, non sono serviti ad altro che a creare due mondi completamente separati, uno fatto di troppe parole e uno di arresi silenzi; almeno fino al giorno in cui lui scopre la perversità della psicanalisi e decide che è il momento di rivedere le scelte del passato. Un breve romanzo gustosissimo, amaramente ironico ed esilarante, con scambi di batture da cabaret. Brillante. |
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Che cos’è la morte? Come può accettarla chi resta? E che cosa rimane dopo la morte di una madre? Ferdinando Camon perde la sua, pilastro silenzioso, presenza inosservata ma salda, contadina semplice e silenziosa. Ora la vede meglio: negli occhi del fratello, così simile a lei; nelle parole dello straniero che racconta episodi dimenticati; nel lavoro folle del padre che vuole costruirle un altare. Un romanzo appassionato, umile, in cui trabocca il desiderio di capire e di far capire. Una scrittura intensa e schietta, come la campagna veneta. Potente. |
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